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benno barth
award 2019

In ottobre 2018 è stata annunciata la 2a edizione del premio benno barth. Entro il termine di iscrizione sono state presentate 16 domande.

Nella riunione del 13 aprile 2019 la giuria ha deciso di assegnare il premio di complessivamente 15.000 Euro ai seguenti due progetti: 


Karin Ferrari, (* 1982 a Merano, vive a Vienna) : Un viaggio di ricerca artistica negli Stati Uniti al fine di implementare una serie di brevi racconti di viaggio sotto forma di fiction, che esplorano come nuove forme di spiritualità, la magia e la superstizione si manifestano negli spazi pubblici.


Andreas Trenker (1990* San Candido) e Giulia Faccin (I)

Vincitori*trici

Karin Ferrari

(Vienna)

Con il supporto del Premio Benno Barth, Karin Ferrari ha sviluppato una nuova prospettiva analitica sull'architettura pseudo-sacra. Il suo lavoro combina l'onnipresente fenomeno degli edifici commerciali, le cui strutture ed elementi decorativi rimandano all'antica architettura sacra, con la ricerca sulla storia dell'architettura anonima, del capitalismo finanziario e delle culture della coscienza. La Ferrari è andata in un viaggio di ricerca negli Stati Uniti per visitare e documentare queste bizzarre strutture ibride: una piscina termale in un resort di lusso a Las Vegas sembra essere dedicata a un culto nettuniano. Memphis, nel Tennessee, ospita un centro commerciale a forma di piramide più grande di qualsiasi piramide in Egitto. E gli imponenti edifici bancari di New York ricordano gli antichi templi greci, che ripristinano la connessione originale tra colpa e fede, dove la radice della parola "credito" è la stessa di "credere".

Nel corso della ricerca, il tema dell'architettura pseudo-sacrale è diventato sempre più complesso. Le connessioni tra le radici religiose del capitalismo come costruzione dell'immaginazione e fenomeni architettonici marginali come le mega chiese nei centri commerciali abbandonati creano una potente rivisitazione dei fenomeni marginali dell'architettura commerciale. Alla ricerca di un protagonista in questa storia, Karin Ferrari ha finalmente trovato a New York City un protagonista che incarna il ruolo tra architettura secolare e sacra: Rooftop Temples of New York. Sui tetti dei grattacieli di New York ha scoperto edifici che vengono ignorati come mera infrastruttura per serbatoi d'acqua, antenne per telefoni cellulari o sale macchine per ascensori, ma che in realtà sembrano luoghi di culto. Da questo, ha sviluppato un indice morfologico completo di questi templi sul tetto, che crea connessioni visive e teoriche tra architettura sacra e infrastrutture urbane. Archi_fictions of Ecstasy sviluppa così un nuovo vocabolario con cui descrivere le manifestazioni sacro-istituzionali-mitologiche nell'ambiente urbano.
Testo: Bernhard Garnicnig

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Andreas Trenker
e Giulia Faccin

(Bolzano - Amsterdam)

Andreas Trenker e Giulia Faccin sono di recente tornati dal loro viaggio di ricerca in Eritrea, dove hanno esplorato le connessioni del passato coloniale Italiano.

Il progetto ha come punto di partenza la toponomastica e la pianificazione urbana avvenuta ad Asmara (Eritrea) e nella città di Bolzano durante il periodo della presenza fascista sui territori. Così come nella cittadina altoatesina si possono trovare ancora strade con evidenti riferimenti al passato coloniale (via Amba Alagi ne è un esempio), in passato la capitale eritrea Asmara ne ospitava altrettante il cui nome rafforzava il legame imposto con lo stato Italiano. Mentre quest’ultime sono cambiate a seconda dei Governi successivi, in Italia sono rimaste immutate. Nonostante la presenza fisica di questa connessione storica, la memoria collettiva Italiana sembra aver rimosso il passato coloniale. In Eritrea, questa memoria è molto viva e sentita, la presenza italiana non si limita solo all'architettura, ma è tuttora presente anche in vari aspetti della vita quotidiana, come cibo, lingua, usanze e cultura. Anche se la storicità degli eventi potrebbe suggerire parallelismi tra le due realtà (quella altoatesina e quella eritrea) viene ripetutamente sottolineato che sarebbe ingenuo e approssimativo trarre conclusioni comuni.

La ricerca sul campo si è basata sul confronto e l'esperienza diretta, con lo scopo aprire una parentesi opaca della storia Italiana e stimolare così un dialogo sul passato coloniale, una riflessione sulle sue ripercussioni nel presente e un invito ad immaginare il futuro. Le visite all’Ufficio Tecnico di Asmara hanno consentito di comprendere come l’aspetto architettonico si è sviluppato nel tempo, il quale diventa un espediente per raccontare gli incontri umani avvenuti grazie alle numerose interazioni con le persone del posto. Il progetto finale sarà la concretizzazione di queste esperienze in forma di elaborato multimediale, pensato per essere condiviso sia online che in un contesto che faciliti il confronto con il pubblico.
Testo: Andreas Trenker

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